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L’arcipelago delle Maldive è composto da circa 1.190 isole coralline con spiagge bianchissime, palme e mangrovie.
Le isole sono suddivise in 26 atolli naturali solo 200 isole sono abitate e sono più di un centinaio i villaggi turistici presenti. In realtà è difficile stabilire con esattezza quante isole compongono l’arcipelago poiché, se le lingue di sabbia e gli affioramenti di corallo fossero inclusi nel conteggio, la quantità salirebbe intorno alle 2.000 unità. La stima è ulteriormente complicata dal fatto che le isole vanno e vengono: alcune si uniscono, altre si spaccano in due oppure, a volte gli isolotti emergono occasionalmente dai vari reef.
La maggior parte di queste isole è di modeste dimensioni ed è perciò possibile attraversarle impiegando poco meno di 10 minuti.
L’altezza massima delle isole non supera i 3 metri sul livello del mare, le isole sono sottoposte al fenomeno dell’erosione delle spiagge operato dai venti, dalle correnti e dalle maree, che costringe i resort ad adottare varie soluzioni per contrastarlo. Questo è anche il motivo per il quale un’isola può assumere aspetti diversi nelle diverse stagioni, presentando lingue di sabbia provvisorie o spiagge ampie per alcuni mesi su un lato, che si “trasferiscono” sul lato opposto nei mesi successivi.
Il termine atollo indica una cintura corallina di dimensioni e forme diverse, che racchiude al suo interno lagune, isole e reef, intervallata da pass o canali.
Le isole disabitate sono di proprietà del governo maldiviano, ma sono concesse in locazione a famiglie di maldiviani. Le visite, da parte di turisti, possono essere effettuate solo previa approvazione da parte degli affittuari e dopo il rilascio di un permesso da parte del governo.
Alle Maldive ci si arriva in aereo.
Nel caso di volo diretto la durata del viaggio è di circa 9/10 ore; i voli che prevedono uno scalo intermedio possono durare dalle 12 alle 15 ore, dipende dalle ore di scalo previste.
E’ presente un aeroporto internazionale localizzato sull’isola di Hulhule vicinissimo alla capitale Malè e diversi aeroporti locali per gli spostamenti interni.
E’ consentito introdurre esclusivamente per uso personale un massimo di 200 sigarette, mentre è assolutamente proibita l’importazione di alcolici, narcotici, sostanze psicotropiche, carni e insaccati di suino, droghe, materiale pornografico, fucili subacquei, armi, munizioni ed esplosivi di qualsiasi natura.
Anche opuscoli, volantini, libretti o pubblicazioni che promuovano un’altra religione sono vietati.
Nel caso in cui dobbiate portare con voi medicinali particolari, dovete essere in possesso di un certificato medico tradotto in lingua inglese.
Quando si rientra in Italia occorre ricordare che è assolutamente vietato portare con sé coralli, conchiglie e sabbia, prese sia dal mare che dalle spiagge, ed esportarle. E’ possibile acquistare nei negozi di Male’ o nei villaggi dei pescatori le più comuni conchiglie ad eccezione del “tritone”.
La temperatura è costante tutto l’anno e oscilla tra i 29- 32 °C diurni ed i 25-26 °C notturni. L’anno climatico può essere diviso in due periodi, caratterizzati dalla presenza di due venti monsonici.
Il monsone Hulhangu (che spira da sud-ovest) dura da maggio a novembre e porta con sé clima umido, saltuarie piogge che possono essere piuttosto durature e di forte intensità; in questo periodo il mare può essere agitato e possono soffiare forti venti.
Il monsone Iruvai (nord-est) cade tra dicembre e aprile ed il suo arrivo porta un clima più secco, caratterizzato quasi sempre dal bel tempo intervallato da brevi rovesci.
Il periodo migliore per recarsi in queste isole (ma anche il più costoso) va dalla seconda settimana di gennaio alla metà di aprile. I mesi restanti sono variabili. Significa che si possono trovare giornate o periodi di brutto tempo ma anche settimane intere di sole.
Va comunque precisato che negli ultimi anni, a causa del cambiamento del clima a livello mondiale, la distinzione tra monsone umido e secco non è più netta come in passato. Quindi potrebbe capitare di incontrare qualche giornata di pioggia nella stagione secca come, viceversa, trovare bellissime e prolungate giornate di sole in quella umida.
Le Maldive sono posizionate vicino all’equatore e per questo motivo le ore diurne sono praticamente in numero uguale a quelle notturne. Ogni giorno consta quindi di 12 ore di luce e verso le 18 circa inizia l’imbrunire.
Per consentire pertanto di poter godere il più possibile del sole, molti resort spostano di un’ora avanti le lancette rispetto a Male’.
La temperatura dell’acqua è costante a circa 28/30 °C. Il periodo di maggior limpidezza dell’acqua va dai primi di novembre a fine marzo, negli altri periodi la visibilità sott’acqua si riduce notevolmente, a causa della presenza di una grande quantità di plancton, portato dalle correnti.
A Male’ il fuso orario rispetto all’Italia è di + 4 con l’ora solare e 3 ore in più quando è in vigore l’ora legale. Alcuni villaggi adottano un fuso orario differente (una o due ore in più) rispetto a Male’ per permettere ai turisti di godere maggiormente delle ore di sole.
Il dhivehi è la lingua ufficiale delle Maldive e presenta influenze sia arabe che indostane. Sia i vocaboli che la pronuncia a volte variano da atollo ad atollo.
Il dhivehi è utilizzato in tutti gli uffici amministrativi delle Maldive.
L’inglese è molto diffuso tra i maldiviani e viene insegnato anche nelle scuole, i turisti possono quindi facilmente farsi capire sia a Male’ che nei villaggi dei pescatori.
Nei resort (villaggi turistici) oltre l’inglese, che è parlato da tutti, è facile trovare personale che abbia dimestichezza con molte lingue straniere tra cui il tedesco, il francese, l’italiano o il giapponese.
La valuta delle Maldive è la Rufiyaa (Rufia maldiviana).
Una Rufia equivale a 100 laarees (lari). Le banconote vengono stampate nei seguenti tagli: 5, 10, 20, 50, 100 e 500. Le monete sono coniate in: MRf. 2.00, MRf. 1.00 e 50, 20, 10, 5, 2, 1 Lari.
Il dollaro USA è la valuta estera più comunemente usata. I pagamenti nei resort e negli hotel possono essere effettuati in dollari, travellers cheques o con le principali carte di credito.
Negli ultimi due anni molti villaggi hanno iniziato ad accettare anche gli euro.
Le Rufie possono essere riconvertite in aeroporto prima della partenza anche se difficilmente chi rimane in un villaggio turistico avrà modo di utilizzarle.
Prima di diventare un paese musulmano, la religione professata nelle varie isole era il Buddismo. La conversione all’Islam avvenne, secondo una leggenda, per merito di Abul Barakat Yoosuf Al Barbary, un erudito islamico, che visitò le Maldive durante il periodo in cui la gente viveva nel terrore del “Rannamaari”, un demone di mare, che si raccontava uscisse dalle acque una volta al mese e minacciasse morte e distruzione se non veniva sacrificata una vergine. Le sfortunate ragazze prescelte per il sacrificio erano portate al calar della sera in un tempio vicino alla spiaggia e ritrovate morte al mattino successivo.
Un giorno venne scelta come vittima sacrificale la figlia del proprietario della casa ove Abul Barakat Yoosuf Al Barbary era ospite: l’erudito decise di salvarla. Travestito da donna passò la notte nel tempio recitando continuamente il Corano.
Alla mattina la gente andò per scoprire il destino della ragazza scelta, e rimase stupita nel trovarlo ancora vivo ed ancora intento a recitare il Corano. Quando il re apprese che il demone era stato sconfitto con la forza del Corano, abbracciò l’Islam e ordinò a tutte le persone di seguire questa religione. Il “salvatore” fu quindi venerato e la sua tomba è ancora oggi un luogo di culto e si trova nel giardino presidenziale a Male’. Da quel momento vennero man mano abbattuti tutti i templi buddisti e fu eretta la prima moschea di Male’.
Le strutture e le condizioni sanitarie del paese sono in costante miglioramento anche se alcune operazioni non sono ancora possibili ma occorre andare in Sri-Lanka o India.
Il sistema sanitario è costituito da 21 centri disposti in modo tale da coprire tutti gli atolli.
L’ospedale commemorativo di Indhira Gandhi (IGMH) a Male’ è il più grande del paese con circa 250 posti letto ed è quello che fornisce tutte le cure mediche specializzate.
L’ospedale ADK è la struttura sanitaria privata più grande esistente alle Maldive con 50 posti letto.
Il totale dei posti letto negli ospedali distribuiti nell’arcipelago è circa 800. A Male’ ci sono 150 dottori mentre sono 152 quelli nel resto del paese. Alcuni resort hanno medici presenti direttamente sull’isola.
Un team italiano ha aperto nel 2016 la European Clinic Maldives, la prima clinica in grado di offrire un servizio di pronto soccorso, assistenza sanitaria e cura di alto livello, con standard e medicinali europei con la possibilità di ricorrere a una struttura medica di livello europeo, in grado di intervenire, in caso di incidente, malattia o malore, anche a domicilio direttamente nei resort.
Presso alcuni resort sono presenti camere iperbariche.
Si consiglia di fare sempre un’assicurazione medica prima di partire per le Maldive.
L’ingrediente principale di tutta la cucina maldiviana è il tonno: dal tradizionale brodo di pesce ai sapori e snacks, dal curry a sapori più delicati, il tonno e il cocco tritato sono gli ingredienti chiave.
Frutta e verdura sono altrettanti una parte importante della cucina maldiviana: zucche, frutti dell’albero del pane sono utilizzati per creare delicatezze per il palato.
Come tutto il resto, anche il cibo ha subito le influenze portate dalla modernizzazione del paese, introducendo diete a base di verdura; ciò ha portato ad un cambiamento nell’agricoltura con l’introduzione ad esempio di pomodori e melanzane.
I giorni festivi settimanali sono il venerdì e il sabato mentre di seguito sono elencate le feste annuali.
1 Gennaio.
Primo giorno dell’anno.
26 Luglio – Giorno D’Indipendenza.
Il giorno dell’Indipendenza è celebrato il 26 luglio. Il punto focale del giorno sono le celebrazioni ufficiali tenute nella piazza della Repubblica. L’evento inizia con una parata del servizio di sicurezza nazionale ed il corpo nazionale dei Cadetti, seguono balli e danze tradizionali e moderne e sfilate cui partecipano centinaia di scolari in abbigliamento molto sgargiante. Questi eventi sono seguiti dal passaggio di una processione di barche che descrivono temi tradizionali e moderni.
27 Luglio
Secondo giorno di festa per il Giorno dell’Indipendenza.
3 Novembre – Giorno della Vittoria
Il 3 novembre 1988, un gruppo terroristico proveniente dallo Sri Lanka cercò di sovvertire il governo maldiviano di allora. Fuggirono dal paese dopo aver fallito il loro scopo.
11 Novembre – Giorno Della Repubblica.
L’ 11 novembre 1968 le Maldive sono diventate una Repubblica per la seconda volta. Il giorno è celebrato ogni anno con parate e marce.
12 Novembre
Secondo giorno di festa per il Giorno della Repubblica.
26 Novembre
Fine del protettorato inglese.
1 Dicembre
Giorno dei Martiri
10 Dicembre
Giornata del Pescatore
Le feste religiose musulmane seguono il calendario lunare, le date pertanto variano ogni anno.
Ramadan.
Ramadan è il nono mese nel calendario musulmano, un mese caratterizzato da 30 giorni di digiuno. In questo mese le ore lavorative subiscono dei cambiamenti per consentire ritmi meno pesanti: gli uffici governativi sono aperti dalle 9 alle 13.30 mentre il settore privato chiude alle 15.
Eid-UL Al’h’aa.
Eid-UL Al’h’aa cade il decimo giorno del mese Zul Hijja nel calendario islamico. Mentre coloro che possono permetterselo sono in pellegrinaggio alla Mecca, per quelli che rimangono è un momento per le celebrazioni e le feste.
Questa è la festa più lunga dell’anno e la gente si prepara con largo anticipo per poter visitare amici e parenti in altre isole. Il periodo di festa dura dai cinque ai sette giorni. Gli sport, la musica ed i balli tradizionali si integrano con gli sport e la musica moderni. Tutti i maldiviani partecipano alle celebrazioni.
Compleanno del Profeta.
Come con tutti i musulmani, anche i maldiviani celebrano il compleanno del Profeta. Le famiglie invitano le persone presso le loro case per offrire i piatti preparati per questo giorno speciale.
Kuda Eid.
Kuda Eid è il primo giorno del mese di Shawaal nel calendario islamico. E’ il periodo che segue la conclusione di Ramadan ed è quindi un periodo di festa. Alla mattina presto gli uomini e le donne si raccolgono nelle moschee per pregare. In ogni casa si organizzano feste e pranzi e amici e parenti sono invitati. Questa festa nazionale dura tre giorni.
Festa Nazionale.
Questa giornata celebra la grande vittoria di Mohamed Thakurufaanu sui portoghesi nel 1573. La festa cade il primo giorno del terzo mese del calendario islamico.
Una storia fiera e una ricca cultura si sono evoluti grazie anche ai primi visitatori provenienti dalle varie parti del mondo solcando gli oceani. La civiltà maldiviana è infatti un insieme di differenti culture e popoli provenienti da diverse parti del pianeta.
bodu beru, Maldive
L’uso di tamburi e canzoni in una lingua sconosciuta conferma la provenienza da paesi africani orientali, mentre dalle regioni asiatiche del sud è stato assorbito il tipo di cucina e l’abbigliamento tradizionale.
Il “Raivaru” e il “Langiri” rappresentato la prima forma di canto e recitazione di queste isole. I “Gaa odi Lava” sono canti in arabo e il “Thaara” è una sorta di danza ritmica accompagnata da canzoni in lingua araba. L’influenza dell’India è invece presente nella danza chiamata “Bandiyya Jehun” che esprime la gioia per una pesca ricca e fortunata.
Una notevole influenza africana è evidente nel Bodu Beru, un insieme di canti e danze effettuate dagli uomini e accompagnate dal suono di più tamburi.
Molte delle abitudini asiatiche, per esempio la tradizione di escludere le donne dalla vita pubblica, tuttavia, non sono state mantenute. Le donne oggi giocano un ruolo importante in una società in cui gli uomini spesso passano giorni interi lontano dai villaggi per pescare.
Molte delle tradizioni del popolo maldiviano sono infatti legate fortemente al mare anche perché la loro vita e il loro sostentamento dipendono da esso.
BODUBERU
Il Bodu Beru è assai simile ad alcuni canti e danze che si possono trovare nell’Africa dell’est. Si può dire che il Bodu Beru, noto più comunemente come “Baburu Lava” (Negroid Song) fece la sua prima apparizione alle Maldive nel XI secolo, se non addirittura prima.
Il Bodu Beru viene solitamente eseguito da circa 15 persone, tra cui 3 suonatori di tamburo e un cantante solista.
Sono accompagnati da una piccola campana e da un “Onugandu”, un bastoncino di bambù con leggeri solchi, da cui provengono stridenti suoni. I temi delle canzoni sono incentrati sull’eroismo, il romanzo o la satira. Il preludio ad ogni canzone è un lungo ritmo, enfatizzato dai tamburi e dalla danza. Quando la canzone raggiunge un crescendo, uno o due danzatori mantengono il ritmo sfrenato con i loro movimenti e a volte, verso la fine della danza, cadono come in “trance”.
Una caratteristica interessante del Bodu Beru è il suo rumore e a volte i suoi testi senza significato poiché sono una combinazione di parole sia in lingua locale, che dei paesi vicini e africana. Oggi, solo alcune delle canzoni più significative scritte nella lingua locale Dhivehi, vengono poi cantate al ritmo del Bodu Beru.
Il Bodu Beru viene solitamente cantato dopo un duro giorno di lavoro. Si canta e si balla a seconda di dove decide la gente. Oggi, il Bodu Beru è anche cantato e ballato negli spettacoli, durante le celebrazioni e i festival. Il costume degli artisti consiste in un sarong con una banian (camicia indù) bianca a maniche corte.
THAARA
Thaara è una parola Dhivehi e significa tamburello. Il Thaara viene eseguito da circa 22 persone sedute in due file parallele, una di fronte all’altra. E’ un tipo di musica che ha un tocco quasi religioso e viene eseguita solo dagli uomini. Nel Thaara c’è sia il canto che la danza. Le canzoni originarie che accompagnavano il Thaara erano in lingua araba.
Le canzoni iniziano con un ritmo molto lento e aumentano gradatamente raggiungendo un apice nel finale. Gli artisti indossano delle camicie e una sciarpa verde annodata al collo.
Il Thaara è stato portato dagli arabi del golfo nella metà del XVII secolo. Un tipo di musica molto simile al Thaara viene ancora suonata nel golfo Arabo e nell’Arabia del sud.
GAA ODI LAVA
Gaa Odi Lava è una musica e una danza che esprime la soddisfazione di un gruppo di persone per aver portato a termine un compito grazie ad un duro lavoro manuale. La Gaa Odi Lava venne cantata la prima volta durante il regno del sultano Mohamed Imadudeen I (1620-1648). Nell’intento di difendere Malè, il sultano iniziò a costruire un recinto di protezione attorno all’isola. Per questo motivo, divise gli uomini in varie barche chiamate “odi”, per portare le pietre coralline dai vari reef a Malè. Una volta terminato il loro compito, i lavoratori di ogni barca si recavano in visita al sultano, cantando per esprime la loro gioia. E da ciò nacque Gaa (pietre) Odi (Vascelli).
Durante il periodo dei sultanati, ogni volta che un lavoro ordinato da un sultano veniva terminato, i lavoratori coinvolti si recavano a piedi davanti al palazzo reale eseguendo una danza speciale, chiamata “Dhigu magu negun”. Durante il tragitto i lavoratori portavano un bastone speciale e camminavano divisi in due file mentre cantavano e ballavano. Raggiunto il Palazzo Reale, i canti aumentavano gradualmente e mentre un gruppo formava un anello attorno ad un contenitore speciale l’altro gruppo continuava a danzare e a cantare.
Nel contenitore c’erano i doni per i danzatori da parte del sultano. Il prelievo dei doni dal contenitore viene chiamato “Dhafi Negun”, che è anche il motivo della danza e della canzone. All’inizio, i testi delle canzoni cantete in Gaa Odi Lava, erano in lingua araba.
LANGIRI
Il Langiri originale risale al tempo del sultano Shamsuddin III che governò le Maldive all’inizio del XX secolo. I giovani di quel tempo svilupparono e modificarono la allora popolare Thaara secondo i propri gusti, dandole il nome Langiri.
Per eseguire il Langiri, ogni giovane danzatore ha due bastoncini lunghi circa 60 cm. I bastoncini, noti come “Langiri Dhandi” sono decorati ed ognuno ha dei fiori colorati e artificiali all’estremità.
Nella danza, gli artisti siedono in due file di sei, fanno oscillare i loro corpi con il petto rivolto all’insù mentre battono ii Langiri Dhandi in diversi modi. Ogni danzatore colpisce sei Langiri Dhandi che appartengono a i suoi tre vicini seduti nella riga di fronte. C’è anche un cantante principale che siede di fronte ad ogni riga. La durata di uno spettacolo di Langiri può variare, anche se solitamente si tratta di sei o sette canzoni.
DHANDI JEHUN
Durante il ballo ogni danzatore tiene un Dhandi (bastoncino) lungo circa 90 cm. Quando danza, percuote il suo Dhandi contro quello di un partner che gli sta di fronte e continua a danzare e a cantare al ritmo della musica e al suono generato dai bastoncini. I danzatori non adottano un abbigliamento particolare. Tuttavia, a volte, indossano un’uniforme, solitamente un sarong, una T-shirt e un tessuto per la testa bianco, un sash attorno al petto e della biancheria di colore bianco
BOLIMALAAFATH NESHUN
Questa è una danza eseguita da donne. La danza rappresenta l’antica tradizione dell’offerta di doni al sultano in occasioni speciali da parte delle donne. I doni, solitamente conchiglie, venivano tenuti in un piccolo vaso o scatola, noto come “Kurandi Malaafath. Il vaso, chiuso e decorato all’esterno, veniva coperto da un telo di seta colorata e le donne designate a portare questo vaso indossavano abiti locali molto colorati che odoravano d’incenso.
Alla danza partecipano circa ventiquattro donne, che mentre danzano e cantano al ritmo della musica, formano piccoli gruppi di due, tre, quattro o anche sei persone. La Bolimalaafath Neshun viene ancora considerata una delle danze più importanti eseguite dalle donne.
MAAFATHI NESHUN
I movimenti del Maafathi Neshun sono simili a quelli del Langiri ma contrariamente a quest’ultimo, gli artisti sono tutte donne che indossano l’abito nazionale. E’ una danza di gruppo in cui le donne danzano in due file da dieci. Ogni artista ha una corda semicircolare, lunga circa un metro, decorata con fiori artificiali. Le danzatrici tengono le corde e danzano in modi diversi in piccole file o gruppi da due o tre.
FATHIGANDU JEHUN
Nel Fathigandu Jehun le canzoni sono solitamente epiche. La storia viene narrata nello stile di una canzone e al ritmo della musica. Una famosa canzone Fathigandu è “Burunee Raivaru” che racconta la storia di un sultano che partì in cerca di moglie.
BANDIYAA JEHUN
Si può affermare che Bandiyaa Jehun è un adattamento di una danza Indiana e viene eseguita da giovani donne. Le danzatrici tengono il tempo percuotendo la pentola metallica che portano. Per emettere suono a sufficienza, le danzatrici indossano degli anelli metallici alle dita. Sebbene non esista un costume definito, viene solitamente indossato un’uniforme, composta da una lunga gonna e da una blusa. Oggi, la maggior parte dei gruppi usa un gran numero di strumenti musicali, compresi il tamburo e l’armonica e la danza viene eseguita sia in piedi che seduti. Il costume e la musica hanno subito anch’essi profonde trasformazioni per stare al passo con i tempi
KADHAA MAALI
Oggi il Kadhaamaali viene eseguito solo durante i festival. Ma ancora oggi, durante i periodi sfortunati o pieni di terribili malattie, la danza viene eseguita dopo “la camminata di tre notti”.
Questa danza, la cui origine è sconosciuta e che risale a molti secoli fa, sopravvive solo nell’isola di Kulhudhuffushi, a sud dell’atollo di Thiladhunmathi. L’esibizione parte dal ritmo di tamburi e di una “Kadhaa”, uno strumento di rame, formato da un piatto e da un’asta.
Con la musica, che viene prodotta dalla percusione dei tamburi e della Kadhaa, un gran numero di persone, solitamente trenta uomini, indossano diversi costumi, si presentano in diverse posture e prendono parte alla danza. I costumi rappresentano diversi tipi di spiriti maligni e fantasmi. Questi spiriti maligni o fantasmi vengono chiamati “Maali”.
La danza è associata alla congrega tradizionale degli anziani dell’isola che passeggiano di notte attorno all’isola per difenderla dagli spiriti maligni che si crede siano associati alle malattie e alle epidemie della comunità isolana.
La passeggiata di mezzanotte solitamente inizia dopo la preghiera di tarda sera, continua per tre notti consecutive e durante la terza notte la comunità isolana esegue vari tipi di musica e danze. Questo è il preludio al Kadhaamaali che è l’evento finale e più importante della notte.
Fathigandu Jehun è un happening serale in cui uomini, in gruppi o singolarmente sedute, danzano al ritmo della musica. La musica deriva da quattro pezzi di bambù lunghi circa 15 cm che sono tenuti stretti due a due nelle mani di ogni danzatore. I due bastoncini in una mano, dapprima si toccano a vicenda con la parte esterna e poi vengono battuti insieme agli altri due, mentre allo stesso tempo i danzatori mostrano le loro capacità di danzanti andando a ritmo di musica. C’è anche un percussionista che batte su un barattolo accompagnando la canzone.
Questa danza è attribuita agli atolli e lo stile di esecuzione varia da atollo ad atollo. I partecipanti sono solo uomini che danzano in un unico gruppo di circa trenta persone. La danza, che dura circa un’ora, può essere eseguita di giorno o di notte, in strada o in uno spiazzo, in qualsiasi giorno della settimana.
Nel Dhandi Jehun le canzoni sono canzoni “Thaara” o “Unbaa” e vengono cantate da un cantante solista. Tuttavia anche il gruppo partecipa al canto e mentre cantano, ballano e camminano al ritmo della canzone. A volte i tamburi o i tamburelli sono tenuti da altre due persone che camminano dietro il gruppo.
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