Un angolo di mondo ancora nascosto, fuori dai circuiti turistici di massa, capace di regalare uno scenario naturale autentico dai colori mozzafiato tanto da meritarsi il titolo di riserva naturale e area marina protetta.

Paesaggi incantevoli, flora e fauna uniche, storia, artigianato e mare, ma soprattutto, sia che visitiate località note o che vi inoltriate in regioni da poco meta del turismo internazionale, scoprirete che questa è una terra di popoli, di culture, tradizioni originarie ancora vive.
Al ritorno verrà il desiderio di tornare, magari per andare in Borneo, o fra le tribù primitive di Irian Jaya, o per vedere i varani a Komodo: località queste che richiedono viaggi sicuramente più impegnativi.
Per chi ama il mare da non perdere un soggiorno nell’incontaminato Arcipelago di Karimunjawa
Bali, un’isola che suscita i più svariati stati d’animo. I più grandi sogni dell’uomo, e i più terrificanti incubi, prendono forma ogni giorno nei rituali religiosi, nell’arte, nel teatro e nella musica che permeano ogni attimo della vita balinese. Gli aspetti culturali conferiscono una speciale atmosfera al paesaggio caratterizzato da splendide risaie terrazzate, imponenti montagne, cascate e spiagge infinite, sul cui fondo si stagliano le forme mistiche dei templi balinesi. L’isola di Bali, è conosciuta dagli stranieri come località turistica fin dai primi del 1900, conserva ancora intatta una forte cultura con cerimonie e riti induisti-animisti, presenti quotidianamente e di cui verrete fatti partecipi. Posizionata all’ 8° dell’equatore l’isola è ricoperta da un’ esuberante flora e lussureggiante vegetazione, da terrazzamenti a riso che si estendono fino al mare.
E’ l’indaffarata capitale dell’isola. Un luogo ideale per compere, per mangiare e ripercorrere il passato storico di Bali.
Per decenni il villaggio di Ubud ha attratto celebrità e artisti da tutto il mondo, affascinati dall’atmosfera creativa di questa parte di Bali. Anche se ora la strada principale è costeggiata da negozi che vendono dipinti di tutti i tipi, sculture di legno, tessuti, chincaglierie e un’enorme quantità di piccoli oggetti, l’atmosfera del villaggio e della campagna circostante non è cambiata ed in ogni caso rimane un ottimo posto per fare acquisti.
Piccola e ridente cittadina a 1308 metri sul livello del mare posta sulle rive del lago Beratan. E’ un posto di villeggiatura per i locali. Nota per il mercato dei fiori di Candi Kuning ed i vicini giardini botanici. Bel tempio di Ulun Danu su un piccolo promontorio sul lago.
In alto, sui vulcanici pendii del Monte Gunung Agung, si eleva il tempio-madre di Bali, il Pura Besakih, le cui origini risalgono al X secolo. Oggi è un enorme complesso di più di 30 templi ed è lo scenario delle più fastose cerimonie celebrative.
Raggiungibile percorrendo una tortuosa strada da Bedugul. La fredda e scintillante bellezza del lago, con intorno colline ricoperte di pini, vi offre un panorama che forse non vi aspettereste di trovare in un’isola tropicale.
A Nord di Kintamani, su un’altura di metri 1.993, si trova il più alto tempio dell’isola. E qui, nuvole permettendo, la vista vi farà sentire uno degli dei.
E’ una riserva ricca di vegetazione, nel cui interno appare uno spettrale tempio. E’ abitato da simpatiche, ma dispettose scimmie che da tempo identificano nella presenza di turisti abbondanti elargizioni di noccioline.
La parola significa Caverna dei Pipistrelli e lo è nella realtà. Tale caverna è un enorme, sicuro e sacro rifugio per migliaia di svolazzanti pipistrelli che si aggrappano ad ogni centimetro di spazio delle pareti e della volta. Soltanto di notte escono in cerca di cibo.
Sulla costa occidentale, a poca distanza da Kediri, vi attende una delle più spettacolari vedute di Bali: il tempio di Tanah Lot, posto su una solitaria roccia poco distante dalla costa. Al tramonto questa veduta si trasforma in un dipinto cinese.
Un discorso approfondito è doveroso sull’argomento spiagge: le principali dell’isola sono Jimbaran, Kuta, Sanur e Nusa Dua, tutte e quattro con caratteristiche ben differenti. La più movimentata e vitale in assoluto è Kuta, bagnata dall’Oceano Indiano. E’ caotica, vivace, ma in definitiva molto divertente. Ciò che tempo fa portò i primi visitatori in questa zona erano la grande spiaggia e le onde: ancora oggi la costa è la più bella dell’isola, qui si trovano numerosi ristoranti, bar, hotels, pensioni, boutique, agenzie di viaggi, negozi d’arte, noleggi di auto e biciclette, banche e turisti sia stranieri che locali. E’ adatta a chi non si vuole annoiare mai. I villaggi di Legian e Seminyak, all’estremità nord della spiaggia di Kuta sono un pochino più tranquilli ed il luogo ideale per chi vuole il meglio dei due mondi. Seminyak, situata a 10 minuti dal centro di Kuta, è considerata una zona di tendenza grazie ai suoi moderni locali e negozi che uniscono il gusto europeo alla tradizione balinese, Legian è perfetta per vacanze prolungate. In queste tre spiaggie è possibile ammirare le evoluzioni di surfisti attirati dalle onde che caratterizzano questa costa. Jimbaran è la località che ancora conserva il fascino della vecchia Bali con il villaggio di pescatori, i ristorantini spartani che offrono un ottimo pesce e il tramonto che colora il mare di suggestive tinte. Come l’esordiente sulla scena, Nusa Dua è svantaggiata perché è abbastanza isolata dal resto dei Bali. D’altra parte, i nuovi hotel (tutti di lusso) sono stati costruiti per fornire un servizio totale. Alcuni ristoranti e negozi di souvenir sono nati ai margini di Nusa Dau, insieme alla galleria Nusa Dua un centro commerciale che ospita negozzi e boutique con le più prestigiose firme internazionali. In quest’area è molto forte il fenomeno delle maree e spesso il mare si ritira completamente. Sanur è un posto tranquillo e quieto, una volta in voga, ma oggi turisticamente tramontato, da quando il fenomeno delle alghe ha invaso le sue spiaggie.
Era un’isola nota anche come l’isola delle Tartarughe, ora scomparse. E’ stata unita alla terraferma da un ponte ed è importante perché ogni sei mesi diventa teatro di grandi cerimonie di ringraziamento alle quali partecipano decine di migliaia di persone.
A pochi km dalla costa sud di Bali sorge Lembongan, un’isola di contrasti dove la vita scorre rilassata. Lembongan è soprattutto mare: potrete dedicarvi al surf, allo snorkeling, al kayak nelle mangrovie o esplorare i fondali e nuotare con le mante. Da qui è possibile raggiungere la più remota Nusa Penida con la sua natura selvaggia e i panorami mozzafiato.
L’isola sebbene separata da Bali da uno stretto di soli 35 km è sia geograficamente che culturalmente diversa da Bali. Lombok ovvero peperoncino in sasak (dialetto locale) è più secca anche grazie all’imponente vulcano Rinjiani (ancora attivo 3.726 m.), la flora e la fauna si avvicinano alla varietà australe. Da qui infatti lo studio del naturalista A.R. Wallace che nel 19 secolo ipotizzò una linea immaginaria che divideva il continente asiatico da quello australe la linea Wallace che cade tra l’isola di Lombok e quella di Bali. La popolazione di Lombok in prevalenza mussulmana vive perlopiù di pesca, agricoltura e artigianato. La parte centrale dell’isola conserva ancora intatta la cultura e le tradizioni semplici sasak, rinomate in tutta l’Indonesia per l’artigianato locale.
L’isola di Lombok è nota per il bel mare e per le lunghissime spiagge di sabbia fine sparse lungo tutta la costa. Tutta l’area è composta da barriere coralline vergini, abitate da coloratissimi pesci tropicali, mante e tartarughe marine. La costa ovest, con le sue ampie baie è la zona più rinomata, mentre la parte sud rimane la più selvaggia. Lombok combina aspre bellezze naturali, spiagge
panoramiche, bellissime cascate e foreste rigogliose che circondano il vulcano Rinjai.
A largo della costa nord-occidentale di Lombok, si trovano tre piccolissime isole contornate da spiagge di sabbia bianca lambite da acque turchesi: Gili Trawangan, Gili Meno e Gili Air. Qui non incontrerete macchine o motorini, ma solamente biciclette e “Cidomo” (carretti trainati da piccoli
cavalli). Ogni isola possiede una personalità unica: Gili Trawangan è la più grande, la più sviluppata e la più vivace delle isole Gili. Nota per unire l’atmosfera pacifica dei suoi tramonti a un ambiente hippy e rilassato. La spiaggia è splendida e basta nuotare un pò a largo per incontrare meravigliose tartarughe marine. Gili Meno è la più piccola e tranquilla, con appena 2km di lunghezza per 1km di
larghezza riserva luoghi incontaminati per chi ama vivere in relax la natura circostante. Ci sono solo alcuni ristoranti sul lato orientale dell’isola, e le sistemazioni sono semplici bungalow ben inseriti nel contesto naturale. Qui troverete tutta la privacy che volete, e siti d’immersione spettacolari.
Gili Air è la combinazione perfetta tra l’incontaminata Gili Meno e la vivace Gili Trawangan. Mentre offre servizi di buona qualità, si rivela al contempo tranquilla e con una vaga atmosfera hippy. Sul lato orientale dell’isola sono presenti vari bar da spiaggia e ristoranti. La barriera corallina al largo della costa est offre strepitose opportunità per lo snorkeling, mentre sul lato ovest, invece, troverete spiagge bianche incontaminate per un assoluto relax.
L’ultimo paradiso perduto è qui, nell’arcipelago di Karimunjava, 45 miglia al largo di Jepara, Giava Centrale. L’arcipelago conta 27 isole (la metà disabitate) per una superficie totale di 1117 chilometri quadrati ed è protetto all’interno della riserva marina omonima istituita nel 1986 ed elevata al rango di parco nazionale nel 1999. La temperatura si aggira tutto l’anno fra i 26 e i 30 gradi. La popolazione totale non raggiunge i 10.000 abitanti, per lo più raggruppati nelle isole maggiori: Karimunjawa, Kemujan, Parang e Genting. Perla del gruppo è l’isola di Menyawakan, disabitata, di 19 ettari, dalle spiagge di candida sabbia e verdeggiante di palme da cocco, circondata da una spettacolare barriera corallina con 35 tipi di coralli, spugne, gorgogne, e popolata da una sorprendente varietà di pesci. Si contano almeno 12 punti di immersioni, tutti a ovest dell’isola principale, a profondità che variano dai 15 ai 40 metri, e si possono anche esplorare relitti. Sull’isola di Menyawakan, che è raggiungibile in circa due ore di barca da Jepara, e in tre da Semarang, Giava Centrale, nel 2008 è stato inaugurato il Kura Kura resort, l’unico resort dell’arcipelago, lussuoso, con cottages situati a pochi passi dalla spiaggia e ampie ville con giardino e piscina privata direttamente sul mare, elegantemente arredate, con aria condizionata, asciugacapelli, stereo, minibar. A disposizione un ottimo e ben attrezzato centro diving con istruttori italiani esperti e personale multilingue, attrezzatura
sportiva come SUP e canoe, e diverse escursioni balneari per visitare le altre isole dell’arcipelago. La ristorazione di ottimo livello propone piatti di cucina mediterranea e asiatica. Il Kura Kura Resort si raggiunge da Semarang (Java) con voli privati in soli 35 minuti ai quali vanno aggiunti altri 25 minuti per il trasferimento in barca.
Il Kura Kura Resort, che sorge sull’isola di Menyawakan, offre la possibilità di passare una notte o più su un vicino atollo ancora deserto per vivere un’esperienza indimenticabile.
Si parte al mattino in barca ed in circa 30 minuti si raggiunge l’atollo di Krakal dove verrete abbandonati fino al giorno seguente quando lo staff del resort tornerà a prendervi.
Durante il giorno una sorta di lounge adagiata sul bagnasciuga regala una piacevole ombra dove rilassarsi da qui si estende fino all’acqua un pontile dotato di lettini per poter prendere il sole accarezzati dalla brezza marina.
Per la notte troverete una accogliente villetta in legno, dal design tipico del luogo, con un grande letto comodo e candida biancheria, un bagno dotato di doccia con acqua dolce e morbide spugne. Sull’atollo di Krakal potrete vivere una esperienza alla Robinson Crusoe, qui non esiste la luce elettrica come anche nessuna altra forma di tecnologia ad esclusione di un telefono per contattare lo staff del vicino Kura Kura Resort in caso di necessità.
Nessuna cucina a disposizione se non un barbecue dove cuocere il vostro pescato, oppure più semplicemente potrete ordinare i vostri pasti la sera prima di partire per questa fantastica esperienza e il Kura Kura Resort provvederà a preparare un cestino con i vostri viveri.
L’atollo viene riservato in esclusiva e quindi non vi possono soggiornare altre persone durante il vostro soggiorno.
Ideale per coronare un viaggio speciale come una luna di miele o per chi vuole vivere una vacanza di mare in grado di trasmettere l’emozione di un ambiente naturale autentico.
Imponente capitale dell’Indonesia, sorge sulla costa nordoccidentale dell’isola di Java. Architettura, lingua e cucina sono state influenzate da diverse culture: javanese, malese, cinese, araba, indiana ed europea. Una caotica metropoli con grattacieli ed edifici pubblici all’avanguardia che convivono con fatiscenti baracche: la tipica contraddizione che rappresenta tutte le megalopoli orientali.
Situata al centro dell’isola di Java, Yogyakarta è l’anima dell’Indonesia, il suo fulcro culturale e intellettuale, e sede dei più importanti siti archeologici dell’Indonesia: il Borobodur, tempio buddista più grande al mondo; e Prambanan, antico complesso di templi induisti. Entrambi dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Con i suoi templi antichi, i palazzi, i laboratori dove si producono i tessuti batik, le orchestre Gamelan, le danze di corte e le rappresentazioni di
marionette Wayang, Yogyakarta rappresenta la vera essenza della cultura javanese.
Semarang è stato un importante ed attivissimo porto commerciale per gli olandesi durante il loro periodo di occupazione dell’Indonesia, di conseguenza rimangono diverse testimonianze di architettura coloniale olandese. La città è anche famosa per i suoi templi di influenza cinese.
È interessante passeggiare per il vecchio porto che presenta depositi e magazzini in stile coloniale costruiti tra la fine del 1800 e i primi anni del 1900. Attenzione nello scattare fotografie perché nei dintorni possono essere ancorate alcune navi militari.
Una piccola chiesta nascosta nel vecchio porto. Costruita nel 1753 è famosa per due cose: il tetto a forma di cupola in rame e l’organo barocco situato all’interno. Vi è un’altra chiesa Gereja Bangkon a Jalan Mataram più o meno della stessa epoca, molto ben restaurata.
È considerata una delle più grandi ed eleganti moschee di Central Java. Contiene diverse cose interessanti da vedere ma, sfortunatamente, i non musulmani non possono entrare. Si può comunque salire la scalinata della facciata da cui si gode una bella vista.
Conosciuta normalmente come “il posto dalle 1000 porte” , è un luogo difficile da fotografare in quanto ora occupato da una caserma militare. Costruito nel 1913 veniva usato come deposito per la Compagnia Ferroviaria Olandese.
Questo imponente tempio-caverna (anche conosciuto come Gedung Batu ) si trova a circa 5Km dal centro città. E’ uno dei più antichi e frequentati complessi religiosi in Indonesia. Cosa inusuale, questo tempio è considerato sacro sia da musulmani che dai buddhisti. Interessanti la barca e l’ancora situate nel cortile del tempio dedicato all’ammiraglio cinese Cheng Ho.
Probabilmente uno dei nostri preferiti e interessanti. Situato nel lato ovest del canale Gang Lombok e costruito nel 1772 questo tempio è dedicato a Confucio e alla dea della pietà, Kuan Yin. Attorno al complesso ci sono bellissime statue di bronzo e dorate e, nel cortile esterno, interessanti statue di Buddha.
Un alveare in piena attività, un groviglio e claustrofobico insieme di stradine dove si può trovare dal cibo alla frutta, tessuti, manufatti. Consigliato al mattino.
Uno dei posti più fotografati dagli indonesiani. Questo monumento commemora la battaglia del 14 ottobre 1945 tra Indonesiani e Giapponesi.
Museo militare Jl. Mgr. Sugiyopranoto Semarang
Jamu Museum (museo della medicina tradizionale) Jl. Kaligawe Semarang Aperto dal Lunedì al Venerdì dalle 10,00 alle 15,00
Museo della Cultura e dell’Arte Javanese Jl. Abdul Rahman Saleh Aperto dal Martedì alla Domenica dalle 08,00 alle 14,00
Situato a Java nella parte est dell’isola e conosciuto come la perla di Java, il Bromo è considerato uno dei vulcani più belli del pianeta grazie ai suoi scenari impareggiabili. Il suo paesaggio lunare e la vista di un’alba mozzafiato lo rendono il monte più famoso dell’Indonesia. A 300 km di
distanza sorge il vulcano Ijen, dove è possibile ammirare il lago acido più grande del mondo, con acque turchesi ricche di acido solforico, dove si svolge l’attività estrattiva dello zolfo. I minatori del luogo caricano lo zolfo in ceste di bambù, che possono raggiungere il peso di 80 kg, e le trasportano a piedi per 3 chilometri fino alla base del vulcano. Preparatevi quindi all’avventura fra trekking, viaggi in jeep, e soggiorni in strutture semplici per poter visitare queste insolite e suggestive mete che vi sapranno stupirvi.
L’Isola di Komodo è unica al mondo e regala al visitatore un’esperienza fuori dal comune, a stretto contatto con la natura selvaggia, ma nel pieno rispetto della fauna locale. Il Parco Nazionale di Komodo, riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, è stato creato oltre trent’anni fa
per proteggere il famoso drago di Komodo, chiamato anche varano di Komodo: la lucertola più grande del mondo. L’isola si trova nel mar di Flores, nell’arcipelago delle Piccole isole della Sonda e nonostante la sua popolarità, ha conservato il suo aspetto naturale e incontaminato che lascia incantati tutti i suoi visitatori.
La provincia del Kalimantan, nel Borneo Indonesiano, occupa i due terzi di quest’antichissima parte del paese, ed è o dei luoghi meno visitati dell’Indonesia. Lontano dai classici itinerari turistici, rappresenta una meta perfetta per chi èin cerca di avventure. L’interno è attraversato da montagne, foreste e fiumi che ne hanno plasmato la cultura, e la storia. Ma il punto forte di questa regione sono loro: gli oranghi! Questi abitanti dal pelo ambrato e dall’atteggiamento quasi umano costituiscono uno degli elementi di spicco della fauna locale, nonché una valida ragione per visitare il Kalimantan.
Inizialmente nota come patria di due pittoreschi gruppi etnici: i Toraja, che abitano essenzialmente sulle montagne, e i Bugi, che occupano le zone lungo i fiumi e sulla costa, Sulawesi ospita una grande varietà di popolazioni esotiche e offre panorami e meraviglie naturali in quantità. Secondo i racconti tradizionali, i Toraja, gli arrivarono a Sulawesi 25 generazioni fa a bordo di agili canoe e risalito il fiume Sa’Dan si insediarono sulle sue rive, iniziando a coltivare riso e vegetali. Queste popolazioni sono note soprattutto per le tradizionali feste che servono ad assicurare l’ascesa delle anime dei defunti. Queste feste richiedono grandi preparativi ed ingenti spese, tanto che i parenti devono spesso risparmiare e lavorare vari anni prima di poter preparare un funerale per il loro defunto. Con un po’ di fortuna, fra agosto ed ottobre dopo il periodo dei raccolti, si potrà assistere a una di queste cerimonie e trovarsi partecipi e graditi ospiti di questi affascinanti riti ancestrali.
E’ uno degli altopiani più misteriosi e pittoreschi di tutta l’Indonesia situato nel cuore dell’isola di Sulawesi. Ricco di cultura e circondato da montagne in cui la popolazione locale celebra la vita dopo la morte con sofisticate cerimonie, questo territorio rappresenta un vero mondo parallelo. Una vasta regione dalla bellezza ancora intatta, dove incontrerete culture affascinanti e villaggi tradizionali.
È la seconda grande città e porto dell’Indonesia nonché la capitale della provincia di Giava orientale. Surabaya è anche denominata la città degli eroi in quanto fu qui che il 10 novembre 1945 ebbe inizio la prima grande impresa nella lotta per l’indipendenza. Ma sin dal XVI secolo, quando si imponevano mutamenti indispensabili, Surabaya fu sempre pronta ad agire. In tempi recenti la città è divenuta un importante centro industriale e commerciale con una popolazione di 3 milioni di abitanti di cui la maggior parte mussulmani. Tuttavia nelle sue viuzze periferiche potrete trovare o una chiesa cattolica, o un collegio per sarti: la natura del suo passato internazionale vi apparirà quindi evidente. La città è anche l’ideale punto di partenza per l’esplorazione dell’isoal di Madurai o per la gita notturna sulle vette del Monte Bromo.
La grande Sumatra, la terza isola indonesiana in ordine di estensione e la quinta del mondo con 1.750 chilometri di lunghezza e 400 di larghezza è in assoluto la più importante dell’arcipelago, e sia strategicamente che economicamente rappresenta una specie di “spina dorsale” del paese. Seconda tra le isole maggiori per numero di abitanti, ma prima per quanto riguarda le esportazioni, si trova in un’importante crocevia del continente asiatico, erede naturale di un antico ed illustre passato ma anche patria di popolazioni dinamiche ed indipendenti.
A due ore d’auto da Padang lungo un percorso che attraversa uno dei paesaggi più spettacolari della provincia, il cui apice è rappresentato dal Grande Ngarai Canyon. Questo è il paese dei Manangkabau, singolare e industrioso popolo; ovunque si possono ammirare le caratteristiche abitazioni dai tetti a forma di corna. Attualmente la città è un incantevole punto di partenza per l’esplorazione della regione, così ricca di bellezze naturali come il grande lago vulcanico Maninjau, il Lago Singkarak e Batusangkar, culla della civiltà dei Minangkabau.
Medan, la capitale di Sumatra del Nord, è uno dei punti internazionali d’ingresso in Indonesia; è una piacevole città alberata, cuore di una delle regioni commercialmente più impegnate dell’isola. La principale strada per gli acquisti è la Jl. Jenderal Achmad Yani. Da visitare c’è la Grande Moschea e il Castello Maimun, del Sultano di Deli, costruito nel 1888.
Oltre ad essere la capitale, Padang è anche il principale porto di Sumatra Occidentale dall’inizio del XVIII secolo, tempo in cui prosperava un fiorente commercio di oro e pepe. Non è, per la verità, traboccante di attrattive turistiche; quanto c’è da vedere è limitato al giro turistico della città. Tra le cose più interessanti, possiamo citare il pittoresco villaggio di pescatori sul fiume Muaro, il brulicante mercato Kampung Jawa, il piccolo museo, e la ex fortezza giapponese, da cui si gode il bellissimo panorama del porto Teluk Bayr, della Bali di Bungus e della zona balneare di Nirwana Beach.
Il Lago Toba, situato a circa 175 km a sud di Medan, è uno dei più grandi e più alti laghi del mondo. Il suo bacino, che si trova a 1.044 metri sopra il livello del mare, fu un tempo un cratere vulcanico di grande estensione. Ciò è deducibile dalle sue misure: 90 km di lunghezza ed una larghezza massima di 20 km. Nel centro del Lago emerge una grande isola, Samosir, che accoglie un villaggio di antiche abitazioni batacche e tombe di capi tribù.
Clima tropicale, con due stagioni fondamentali: quella secca da aprile ad ottobre e quella umida, delle piogge, da novembre ad aprile con acquazzoni frequenti a gennaio e febbraio. La temperatura media è di 27° con punte massime di 34° durante tutto l’anno. La distribuzione delle piogge introduce un elemento di varietà fra le isole. L’arcipelago subisce, come tutta l’Asia sud-orientale, le influenze attenuate dei monsoni: quello orientale proveniente dall’Australia, è secco, mentre quello occidentale è molto umido.
Situata lungo l’equatore, ad arco fra la Malesia e l’Australia, l’Indonesia è un immenso arcipelago che si estende da ovest ad est per 5.000 km e dal nord a sud per 2.000: comprende cinque isole maggiori e 13.660 isole e isolotti minori (calcolati grazie alle fotografie da satellite), dalle quali sono 6.044 hanno un nome e sono abitate. La maggior parte delle isole dell’arcipelago indonesiano sono i rilievi di una piattaforma continentale, prolungamento del continente asiatico, immersa a una profondità media di 50 metri con fosse che, presso Sulawesi, raggiungono i 5.000/7.000 metri: è questa la più vasta piattaforma continentale del mondo (1.850.000 kmq) che prende il nome di Sonda o Sunda. Le grandi isole della Sonda sono Sumatra, Giava, Kalimantan (o Borneo) e Sulawesi (o Celebes); mentre Bali, Lombok, Sumbawa e le isole orientali costituiscono le piccole isole della Sonda. A queste vanno aggiunte le isole Molucche e Irian Jaya, la parte occidentale della Nuova Guinea che, con le isole vicine, poggia sulla piattaforma del Sahul, estensione del continente australiano. L’insieme delle terre emerse copre una superficie di 1.919.270 kmq (circa sei volte quella dell’Italia). Le isole sono montuose e vi si contano non meno di 400 vulcani, 128 dei quali ancora in attività: il monte più alto è il Jayawaijaya (5.030 m) di Irian Jaya. Essendo un Paese equatoriale con piogge abbondanti e distribuite nell’arco dell’anno, l’Indonesia è ricca di fiumi di notevole portata e soggetti a piene imponenti nel periodo monsonico umido: una vera rete idrografica, però, c’è solo nelle isole più vaste di Borneo, Sumatra e Giava. I pochi laghi sono prevalentemente di origine vulcanica come il lago Toba, a Sumatra, che occupa il cratere di un vulcano estinto. Le pianure non sono generalmente estese, mentre la foresta tropicale copre il 30% della superficie di Giava e ben il 70% di altre isole come Sumatra e Borneo.
Sotto l’influenza dell’Induismo e del Buddhismo, numerosi regni si formarono sulle isole di Sumatra e Giava dal VII al XIV secolo. L’arrivo di mercanti arabi, provenienti dal Gujarat (India), portò alla diffusione dell’Islam, che divenne la religione predominante.A partire dal 1602, gli olandesi si stabilirono lentamente nell’attuale Indonesia, sfruttando il frazionamento in piccoli regni, in breve le Indie Orientali Olandesi divennero uno dei possedimenti coloniali più ricchi del mondo, grazie al commercio delle spezie.I Paesi Bassi governarono l’Indonesia fino alla seconda guerra mondiale, prima come colonia fino allora sotto il controllo della Compagnia Olandese delle Indie Orientali, poi, dal XVII secolo direttamente alle dipendenze del governo neerlandese. Fra le due guerre mondiali si sviluppò un movimento di indipendenza indonesiano, che aveva come capi studenti e giovani professionisti, molti dei quali vennero imprigionati per le loro attività politiche.Durante il secondo conflitto mondiale, con i Paesi Bassi occupati dalla Germania, il Giappone invase la colonia e organizzò un comitato provvisorio con a capo il leader indipendentista Sukarno, Mohammad Hatta e Kyai. Nel marzo del 1945, il Giappone organizzò un comitato indonesiano per l’indipendenza, il 17 agosto Sukarno proclamò l’indipendenza e, il 17 dicembre 1949, dopo 4 anni di guerra e trattative la regina Giuliana d’Olanda riconobbe l’indipendenza della colonia, il primo presidente fu Sukarno, e Mohammad Hatta il suo vice.Negli anni sessanta ci furono scontri armati con la Malesia e gravi difficoltà economiche. Nel 1962 l’Indonesia si annesse la Nuova Guinea occidentale, che era rimasta sino ad allora colonia olandese, assegnandole il nome di Irian Jaya. Nel 1967 salì al potere il generale Suharto, che purgò le forze armate e il parlamento di tutti gli elementi filo-Sukarno e comunisti, sciolse i sindacati e ridusse la libertà di stampa. Nei 32 anni al potere Suharto incoraggiò gli investimenti esteri che produssero una crescita economica del paese, ma si arricchì anche personalmente e favorì i familiari anche grazie a una diffusa corruzione. Nel 1998, dopo grandi proteste popolari ed a causa di una crisi finanziaria, fu costretto alle dimissioni. Fra il 1998 e il 2001, l’Indonesia ha avuto tre presidenti: Jusuf Habibie, Abdurrahman Wahid e Megawati Sukarnoputri. Nel 2004 le elezioni furono vinte da Susilo Bambang Yudhoyono. Nel 2002, dopo 24 anni di occupazione indonesiana e 3 di amministrazione ONU, Timor Est diventa indipendente. Anche altre regioni rivendicano l’indipendenza, in particolare Aceh (nord di Sumatra) e Papua, la sezione indonesiana dell’isola di Nuova Guinea.
L’alto livello di corruzione del Paese e le sempre maggiori tensioni politiche interne culminarono nella rivolta degli studenti indonesiani del maggio 1999 e nelle successive dimissioni del generale Suharto che aveva governato l’Indonesia per più di un trentennio. Nuovo presidente diventò il vicepresidente Habibie che promise minore corruzione e maggiori riforme; tardando ad arrivare entrambe, a seguito di una nuova ondata di proteste venne eletto quale quarto Presidente dell’Indonesia Abdurrahman Wahid, meglio conosciuto come Gus Dur, che propose una politica di compromesso e riconciliazione. Destituito nell’estate 2001 al suo posto è stata nominata la vice presidente, figlia dell’ex-presidente Sukarno, Megawati Sukarnoputri mentre nel 2004 è stato eletto S.B. Yudhoyono. Per l’Indonesia è un periodo di grande instabilità politica: scoppiano violenze a Timor Est tra fazioni favorevoli all’indipendenza di Timor e altre favorevoli alla sua unione all’Indonesia (Timor Est diventa indipendente nell’ottobre 1999).
In Indonesia la religione più diffusa è quella musulmana (88%) che ha sostituito l’induismo ancora praticato nel Paese, soprattutto a Bali (2%). Abbastanza numerosi sono i cristiani, in particolare protestanti (5%) e cattolici romani (3%). I buddhisti rappresentano l’1% della popolazione (cinesi) mentre ancora praticate sono le religioni di tipo animista.
Dari mana? Da dove vieni? Vi capiterà spesso di sentirvi rivolgere questa domanda in indonesiano o in inglese insieme a molte altre come Suduh Kawin? ( sei sposato?) e a Mau kemana? (dove vai?) ecc .Chi arriva in Indonesia per la prima volta potrebbe irritarsi per tutte queste domande invadenti, ma gli indonesiani le considerano un modo affabile di rivolgersi al prossimo. Gli indonesiani sono gente curiosa, ma anche molto gentile, e questo genere di domande futili viene usato come forma di cortesia per esprimere interesse nei confronti degli altri. Gli indonesiani accettano la nudità quasi completa da parte di chi è così povero da non potersi coprire, ma gli occidentali non rientrano ovviamente in questa categoria. Ciabatte di gomma, costumi da bagno, pantaloni corti e top senza spalline non sono mai considerati un modo decente di presentarsi se non in posti come Kuta.E’ comunque meglio vestire in modo decoroso.I luoghi di culto sono aperti a tutti, ma bisognerebbe sempre chiedere il permesso per entrare, soprattutto se è in corso una cerimonia.Toglietevi sempre le scarpe prima di entrare in una moschea e ricordatevi che si usa entrare scalzi anche nelle case.
Ciascuna regione, ciascuna provincia ha una cultura culinaria propria. Sarà evidente quando assaggerete di persona l’incredibile varietà di stili e di ingredienti che caratterizzano le cucine di queste isole. Naturalmente, le spezie (e in quanto a questo siamo nel paradiso) e i peperoncini spadroneggiano, specialmente in alcune zone di Sumatra e di Sulawesi! Potrete trovare differenti variazioni di “satay” (a base di carni grigliate) e di “gado-gado” (a base di verdure), oltre alle pietanze varie a base di pollo e riso. I piatti più conosciuti sono il “nasi goreng” (riso fritto con carne, pepe e uova), il “nasi padang” (riso al curry) e il “sate” (spiedini di carne alla brace conditi con salsa di arachidi). Buoni i dolci, con in vari modi di cucinare il cocco. Molto usato il curry, ottima la frutta.
Per entrare in Indonesia è necessario il passaporto in corso di validità con scadenza non inferiore ai 6 mesi dal giorno di arrivo nel paese.
Da Maggio 2016 ai cittadini italiani viene concesso un soggiorno di max 30 giorni senza pagamento del visto d’ingresso se si entra ed esce dai 30 aeroporti principali fra i quali: Bali (Ngurah Rai), Jakarta (Soekarno Hatta), Surabaya (Juanda), Yogyakarta (Adisucipto),Semarang (Ahmad Yani), Makassar (Sultan Hasanuddin), Lombok (BandarUdara). Quando il soggiorno dei passeggeri eccede i 30 giorni di permanenza in territorio Indonesiano, è possibile ottenere il visto d’ingresso in Italia prima della partenza presso l’ambasciata Indonesiana con sede a Roma. Il passaporto deve avere comunque una validità residua di almeno 6 mesi e 2 pagine libere.
Ricordiamo che i residenti della Repubblica di San Marino dovranno premunirsi del visto turistico prima della partenza.
Per i voli internazionali come detto, è necessario munirsi di passaporto valido, dei visti necessari e di altri eventuali documenti di viaggio utilizzati per l’acquisto del biglietto. Assicurarsi che i documenti di cui sopra siano custoditi nel bagaglio a mano, e non nel bagaglio che verrà caricato nella stiva. Il disbrigo delle formalità, vale a dire dogana, immigrazione e quarantena, potrebbe richiedere parecchio tempo ed è quindi opportuno recarsi in aeroporto con sufficiente anticipo.
Le disposizioni in materia di validità del passaporto possono variare ed è pertanto necessario richiedere informazioni all’ufficio locale o alle ambasciate e consolati.
In estate, quando in Italia vige l’ora legale: 5 ore in più rispetto nella zona occidentale, 6 ore al centro e 7 ore a est, mentre durante l’inverno, con l’ora solare, le ore diventano 6 ore nella zona occidentale, 7 ore al centro e 8 ore a est.
La moneta è la Rupia indonesiana ( Rp.).Si consiglia di munirsi di Euro (cambio piu’ vantaggioso); gli Euro sono accettati anche per il pagamento delle escursioni. 1 Euro equivale a circa 12.000 rp.1 dollaro Usa circa 8.900. Difficile cambiare dollari emessi prima dell’anno 2000, quindi assicurarsi di avere banconote di recente emissione.Oltre alle banche, sono numerosi gli sportelli di cambio autorizzati, e consigliamo ovunque si cambi valuta,di contare sempre bene il denaro.
Attualmente nessuna obbligatoria.
Per raggiungere telefonicamente l’Indonesia dall’Italia bisogna comporre il prefisso 0062, seguito dall’indicativo interurbano indonesiano che è per Jakarta 21, per Bandung 22, per Surabaya 31, per Bali 361, per Lombok 364, per Yogyakarta 274. Per telefonare in Italia dall’Indonesia occorre comporre il prefisso 00139 seguito dal prefisso interurbano senza lo zero e dal numero dell’abbonato richiesto. Sono ammesse chiamate personali con pagamento in Italia (collect call).
E’ richiesta la patente internazionale per la guida di qualsiasi mezzo a motore.
L’abbigliamento è solitamente casual e si consigliano abiti leggeri in cotone. Un impermeabile leggero può essere utile, così come possono risultare comodi maglione e scarpe chiuse per le escursioni sulle montagne (vulcano Bromo). Da non scordare occhiali da sole, creme solari ed un repellente per le zanzare. Un cappello è quasi sempre indispensabile.
Un angolo di mondo ancora nascosto, fuori dai circuiti turistici di massa, capace di regalare uno scenario naturale autentico dai colori mozzafiato tanto da meritarsi il titolo di riserva naturale e area marina protetta.
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