La storia del Giappone si suddivide in diversi periodi:
Periodo Jomon (12.700 – 400 A.C. Circa) E’ un periodo storico che abbraccia più di 10.000 anni.
Le antiche popolazioni giapponesi, in contemporanea con quelle continentali, svilupparono la tecnica per la realizzazione della ceramica: grazie alla possibilità di avere recipienti per mantenere e cuocere i cibi, il Giappone conobbe un periodo di boom demografico. Il nome “Jomon”, da cui derivano sia il nome del periodo storico che quello delle popolazioni che abitavano l’ arcipelago in quell’epoca, deriva dalla cordicella di creta (Jomon, appunto) che veniva attorcigliata intorno al vaso, come decorazione, prima della cottura. Le popolazioni Jomon erano orientate verso la caccia e verso la raccolta di vegetali, più che alla loro coltivazioni: il territorio era talmente ricco e fertile che non si avvertiva la necessità di coltivarlo. Non esistevano nemmeno grandi differenze sociali ed i contatti con il continente erano pochissimi, tanto che durante questo lunghissimo periodo la vita in Giappone rimase quasi invariata mentre, al contrario, nell’Asia continentale, avvenivano grandi cambiamenti ed evoluzioni. Sempre al periodo Jomon è attribuito l’arrivo e la stabilizzazione sul territorio delle prime tribù “Ainu”, di cui si parla anche nella mitologia Giapponese. Al giorno d’oggi si trovano discendenti degli Ainu in alcuni gruppi etnici del nord del Giappone, conservatori della lingua Ainu, totalmente differente dal giapponese. Intorno al 660 A.C. viene datato l’inizio del regno di Jinmu Tenno, il primo mitologico Imperatore del Giappone, figlio di discendenti della Dea del Sole Amaterasu, al quale in seguito succedettero altri 13 imperatori discendenti, anch’essi mitologici e non storicamente documentati.
Periodo Yayoi (400 A.C. – 300 D.C. Circa)
A partire dal 400 a.C., l’arcipelago venne strettamente a contatto soprattutto con le popolazioni provenienti dalla Corea, che a sua volta era in contatto con le popolazioni cinesi. Il contatto con le popolazioni coreane fece sì che venissero introdotte in Giappone numerose innovazioni tra cui, in prima linea, la metallurgia e l’agricoltura intensiva.
Il nome “Yayoi” deriva da un distretto di Tokyo nel quale, in epoche recenti, è stato ritrovato il reperto di un particolare tipo di vaso che attesta, appunto, questi cambiamenti storici. Oltre alla metallurgia ed all’agricoltura, durante quest’ epoca, furono introdotte anche la lavorazione del bronzo, la sepoltura dei defunti in grandi urne, la lavorazione di collane con perle di vetro, l’immagazzinamento del riso, ecc.
Nell’arcipelago arrivarono nuove specie di piante e tuberi e nuove specie animali ed il cambiamento “yayoi” investì in breve tempo gran parte del Giappone: nella parte centro-meridionale il cambiamento fu pressoché totale, mentre a nord, grazie alle condizioni climatiche completamente differenti, l’influenza fu minore, ma lasciò comunque pochissimo spazio a quella che era la cultura primitiva “Jomon”. Iniziano a comparire, in quest’epoca, le prime stratificazioni sociali, nonché le imponenti tombe a tumulo nelle quali venivano conservati, insieme a ricchi tesori, i resti di nobili ed imperatori.
Periodo Yamato (300 – 710 D.C. circa)
Parte dall’impero di Jimmu Tenno che, secondo la mitologia, secoli addietro aveva fondato il regno Yamato nell’isola di Honshu. Gli Yamato erano grandi guerrieri e le loro famiglie erano numerosissime (tra queste, la famiglia Fujiwara). Erano grandi osservatori dello Shinto, coltivando quindi la necessità di essere puri sia nell’anima che nel fisico. Grazie a loro nacquero i primi bagni giapponesi, nei quali si purificavano dopo aver “sporcato” il proprio corpo con azioni impure o dopo le sanguinose battaglie. Dopo la morte, la casa dei defunti veniva incendiata e se a morire era un imperatore, la capitale del regno veniva spostata in un’altra città. Le morti degli imperatori (e anche dei nobili) venivano inoltre consacrate con imponenti tombe a tumulo (chiamate Kofun) dove spesso, oltre a tesori e ricchezze, venivano sepolti anche i cortigiani dopo essere stati uccisi per devozione (nei secoli sostituiti da statue di argilla).
In questo periodo i Giapponesi fecero riferimento alla Cina sia per le scienze e la tecnologia, che per la scrittura. Fu proprio dai cinesi, infatti, che l’antico Giappone, chiamato inizialmente Yamato, tramutò il suo nome in Nihon (Nippon), alla lettera “origine del sole”, ovvero “paese del sol levante”. I reperti dei primi scritti storico/mitologici giapponesi, appartengono proprio alla fine di questo periodo storico, ovvero all’anno 712. Nelle zone più a sud del regno Yamato, il popolo era governato da regine ma ben presto i ruoli vennero invertiti ed esse persero con il tempo tutto il potere che avevano avuto in precedenza, grazie anche alle influenze delle religioni del buddismo e del confucianesimo che venivano introdotte in quel periodo. Questo periodo, in particolare, fu di grande contatto con la Corea: esistono dispute storiche sull’acquisizione di cultura e tecnologia di origine coreana da parte dei giapponesi o, viceversa, l’idea dei Coreani che fossero stati loro a conquistare il territorio Giapponese, avviando la prima dinastia imperiale.
Sempre al periodo Yamato, appartiene uno dei reperti più preziosi dell’epoca: la spada Eta Funayama, realizzata in ferro ed argento e decorata da iscrizioni in cinese che narrano di un grande Re. Anche in questo caso la disputa si concentra sulla questione Giappone-Corea, ovvero quale delle due popolazioni ha effettivamente gettato le basi della cultura moderna.
Periodo Di Nara (710-794)
Breve ma intenso, in questo periodo venne abolita la tradizione di spostare la capitale del regno alla morte dell’ Imperatore, fissandola a Nara. Il buddismo fu introdotto come religione ufficiale e tale scelta venne consacrata ufficialmente con la costruzione del Daibutsu (statua del grande Budda, alta circa 15 metri) a Nara.
Sempre durante il periodo di Nara, vennero scritte due grandi opere che ancora oggi costituiscono forti riferimenti storici e mitologici: il Kojiki (digesto delle cose antiche) ed il Nihongi-shoki (cronache giapponesi).
Periodo Heian (795-1185)
In questo periodo la capitale fu spostata da Nara all’ attuale Kyoto, dove la corte imperiale rimase per circa un millennio. Il Giappone cominciò ad avere una propria identità sia artistica che religiosa, grazie anche alla fusione delle idee del Buddismo e della religione Shinto, per cui gli dei iniziarono ad essere considerati come manifestazioni del Budda. Gli imperatori, ritirandosi ad un ruolo marginale per seguire la propria spiritualità, lasciarono spazio alla famiglia Fujiwara, che si impadronì pian piano del potere. I confini del regno continuavano ad estendersi ed alla ricchezza di corte si contrapponeva la povertà dei contadini (spesso governati da famiglie di militari), chiamati a cedere parte del raccolto in cambio di protezione. Nacque così la classe dei samurai e, dopo lotte interne tra i Fujiwara ed altre famiglie nobili, salì al potere il clan Minamoto, in cui Yorimoto Minamoto fu il primo shogun a governare il regno, appoggiato dalla classe dei samurai. La capitale venne spostata a Kamakura.
Periodo Kamakura (1192-1333)
Il Giappone veniva governato dai fedeli dello Shogun, i Daimyo, appoggiati a loro volta dai Bushi (soldati samurai), che seguivano un codice di lealtà e di onore chiamato Bushido. Si fece spazio anche la cultura delle armi ed in particolare delle spade, di cui Masamune era il miglior artigiano. Ma con il passare del tempo Minamoto perse il suo potere e venne rimpiazzato da un membro della famiglia Fujiwara, e dall’imperatore Go-Daigo. Nel frattempo vennero respinte invasioni dalla Cina ed in seguito dai barbari che, anche se numerosi, vennero decimati da una tempesta in mare. Questo vento divino, chiamato “kamikaze” divenne poi il grido degli aviatori suicidi giapponesi durante la II Guerra Mondiale.
Il governo attuale però stava perdendo la stima dei samurai, così si succedettero guerre interne tra governo e Shogun.
Periodo Muromachi (1335-1572)
Dopo la sconfitta dell’imperatore Go-Daigo la casa reale si divise tra le città di Kyoto e Yoshino per più di mezzo secolo. Diversi imperatori si succedettero ma, incapaci di governare, fecero sprofondare il Giappone nel caos.
Allo stesso tempo, vennero edificati a Kyoto il Kinkaku-ji ed il Ginkaku-ji e si svilupparono le arti. Fu questo anche il periodo in cui gli occidentali scoprirono il Giappone, introducendovi armi da fuoco (che i Giapponesi impararono presto a costruire) e la religione del cristianesimo. Ma il Giappone, visti i disordini creati dall’introduzione di nuove culture dall’occidente, decise di mantenere stabilmente soltanto rapporti con l’Olanda.
Periodo Azuchi Momoyama (1573-1600)
Fu un periodo molto breve, in cui Nobunaga Oda marciò su Kyoto per ristabilire il governo degli Shogun.
Egli fu il primo ad utilizzare le armi da fuoco, e fu assassinato da una delle sue guardie. In questo periodo i castelli dei vari governatori locali vennero edificati e fortificati sulle alture. Il castello più imponente è l’Osaka-Jo, per il quale sono stati utilizzati massi le cui dimensioni arrivavano anche a 10 metri di lunghezza ed 8 metri di altezza.
Le strade, invece, venivano costruite come dei labirinti, in modo che i nemici fossero disorientati e la loro avanzata fosse facilmente controllabile. Nello stesso periodo il Daimyo Toyotomi Hideyoshi intraprese azioni invasive in Corea, per cui per 35 anni il territorio coreano fu totalmente assoggettato al Giappone, che cercò di annientare la cultura locale, riportando a casa anche il macabro trofeo consistente in 20 mila nasi mozzati.
Periodo Edo (1600-1867)
Questo periodo iniziò con il governo Tokugawa, che divenne governatore assoluto del Giappone e si trasferì ad Edo, oggi chiamata Tokyo. Fu questa l’epoca in cui gli occidentali ricominciarono a fare pressioni sul Giappone, sia sul lato commerciale che su quello religioso, creando non poche minacce al paese. Per questo motivo la religione cristiana fu bandita definitivamente ed i rapporti commerciali tornarono ad essere limitati agli olandesi.
In seguito, sotto il governo di Iemitsu, venne costruito a Nikko il più grande santuario del Giappone e l’esercito Giapponese si rafforzò a tal punto da diventare uno dei più potenti e disciplinati eserciti, scoraggiando così potenziali invasioni dall’occidente. Per il Giappone questo fu un periodo di grande rigore e disciplina, in cui fiorirono le arti. Non a caso numerose odierne usanze e regole giapponesi derivano proprio dal periodo Edo. La struttura sociale vedeva a capo di tutto la casa imperiale (con limitati poteri), poi gli Shogun (con ampi poteri), i Daimyo, i samurai, i mercanti ed i contadini, che erano quelli che più subivano soprusi e pressioni fiscali. A lungo andare, questa situazione sociale, nonché la sua staticità, finì per indebolire il paese: i samurai perdevano la loro importanza, spesso riducendosi in miseria, ed i contadini si impoverivano sempre più mentre i mercanti acquisivano potere. Per gli occidentali era il momento di tornare all’attacco e l’ ammiraglio americano Perry fu il primo a costringere i giapponesi ad aprirsi al commercio estero, stipulando con loro un trattato.
Agli americani, seguirono poi le flotte europee.
Periodo Meiji (1867-1912)
Sotto il potere dell’ imperatore Meiji, la capitale fu definitivamente ufficializzata a Tokyo, il buddismo fu abolito e venne imposto lo shinto come religione ufficiale, per cui l’ imperatore era riconosciuto come un dio vivente.
I samurai, dopo lotte e rivolte interne, cessarono di esistere e vennero fatte riforme per i diritti umani, per cui anche i mercanti persero potere sociale. Il Giappone iniziò quindi a guardare verso l’occidente accogliendone la cultura: venne introdotta la carne nella dieta alimentare (per combattere la carenza di proteine e rafforzare la costituzione fisica), si incoraggiarono i viaggi all’estero e si sviluppò la cultura scientifica, oltre all’introduzione del telefono e della corrente elettrica. Fu costruita la prima rete ferroviaria che collegava Tokyo a Yokohama: le autorità giapponesi del tempo si tolsero le scarpe a Tokyo per salire sul treno e rimasero stupiti nel non ritrovarle a Yokohama, alla fine del loro viaggio.
Nel 1889 fu promulgata la prima costituzione giapponese ed in seguito vennero combattute guerre contro la Cina (dopo la quale una parte della Corea venne annessa al Giappone) e la Russia, entrambe vinte con successo, grazie alle quali il Giappone si affermò come potenza mondiale.
Periodo Taisho (1912-1925)
L’ imperatore Taisho, figlio di Meiji, si mise da parte per il governo del paese a causa di problemi di salute (non bene identificati) lasciando molto spazio ai suoi ministri. In questo periodo il Giappone, forte della fama di potenza mondiale, costruì flotte di navi da guerra. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti limitarono di molto le immigrazioni giapponesi ed il Giappone ne fu negativamente impressionato, dando origine a tensioni tra i due paesi, che si spensero provvisoriamente con la loro alleanza durante la I Guerra Mondiale, dopo la quale il Giappone entrò a far parte della Società delle Nazioni. Verso la fine dell’era Taisho, il Giappone fu colpito da un violentissimo terremoto che provocò incendi e più di 100.000 vittime nella zona del Kanto, per cui molti Coreani furono trucidati da fanatici giapponesi con l’accusa di aver contaminato la terra e causato quel disastro.
Periodo Showa (1926-1989)
Hiroshito, con il nome di Showa, era un imperatore innamorato dell’esempio europeo.
Fu allora che il Giappone fece riferimento principalmente alla Germania e ne accolse le idee hitleriane (pensiero non poco in contrasto con la realtà, dato che Hitler esaltava la razza ariana), perdendo l’appoggio degli americani.
I Giapponesi, allora profondamente nazionalisti, erano convinti di poter dominare economicamente e politicamente il continente asiatico. Fu così che, uscito dalla Società delle Nazioni, il Giappone iniziò ad espandersi occupando la Manciuria e successivamente invadendo parte della Cina. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna gli imposero allora delle sanzioni economiche. Nel 1941 il Giappone bombardò Pearl Harbour e continuò ad espandere i propri confini, grazie anche alle sue imponenti flotte navali, superiori anche a quelle americane. L’espansione del Giappone nel Pacifico mirava ormai alle coste australiane, raggiungibili sfruttano l’appoggio di un’ isola chiamata Midway, che gli avrebbe fornito la necessaria pista di atterraggio. Ma le flotte americane, grazie ad un colpo di fortuna, rintracciarono in mare quelle giapponesi, che furono sconfitte. L’avanzata del Giappone nel Pacifico iniziò a retrocedere lentamente, ma l’evento che portò alla reale fine della guerra fu il bombardamento atomico da parte degli Stati Uniti su Hiroshima (6 agosto) e Nagasaki (9 agosto) nel 1945. Pochi giorni dopo l’imperatore in persona annunciò alla nazione che la guerra era stata persa. Gli Stati Uniti occuparono il Giappone per circa 7 anni, rimanendo però su alcune isole (tra cui Okinawa, ancora oggi sede di basi americane) che vennero restituite negli anni a seguire. Dopo la Guerra il Giappone si è reintegrato nella comunità internazionale, affermandosi sempre più come grande potenza economica.
Periodo Heisei (1989-oggi)
Alla morte del padre, salì al trono l’Imperatore Akihito, considerato il 125° successore dell’ Imperatore Jimmu, con il nome di Heisei (l’attuale Imperatore). L’Imperatore incontrò sua moglie Michiko in un campo da tennis. Da allora il tennis ha acquistato importanza, anche come elemento di buon auspicio per incontri sentimentali.
I due coniugi imperiali, inoltre, hanno rotto le tradizioni decidendo di allevare i propri figli senza l’ausilio di una governante.