Oggi vi porto con me in Thailandia, partendo però da quello che per la maggioranza è l’epilogo di un viaggio e cioè il soggiorno balneare.

Era aprile quando sono partita e, dopo un inverno intenso, ho pensato di intraprendere questo mio break iniziando da Phuket, in modo da poter ricaricare le pile e godere, con la mente sgombra e la tranquillità necessaria, delle visite che mi sarei apprestata a fare successivamente.

PHUKET

Atterraggio previsto su Phuket e successivo trasferimento al Beyond Resort: ho subito avuto la riconferma di quanto fosse importante soggiornare in una struttura direttamente sul mare.
In Thailandia, infatti, le spiagge sono del demanio e i servizi sono a pagamento; il Beyond invece, che si affaccia sulla spiaggia, offre lettini e ombrelloni a bordo piscina gratuiti ad uso esclusivo della clientela.
Le prime giornate sono trascorse in relax, alternando sole e nuotate, in un mare con acqua caldissima.
La posizione è ottima anche per la sera, infatti a pochi passi si trovano negozi, ristoranti e street food per ogni gusto e c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Il terzo giorno non poteva assolutamente mancare una bellissima escursione a Phi Phi Island e Maya Bay, organizzata nei minimi dettagli.
Ci vengono a prendere in hotel all’alba e, una volta arrivati a Phuket Marina, si procede con l’organizzazione in gruppi per l’assegnazione della guida in base alla nazionalità.
Inizia la nostra avventura!
Prima tappa Maya Bay: il mattino presto, prima che arrivi l’orda di turisti, veniamo accolti da una spiaggia di borotalco e da un mare stupendo, contrastato dalle rocce circostanti.
La sosta successiva è al largo della costa, dove possiamo fare un bagno meraviglioso con snorkeling annesso (per chi lo desidera vengono fornite a bordo pinne, maschere e boccaglio).
Infine è la volta di Phi Phi islanddopo una breve sosta per girare un po’ il centro o sdraiarsi in spiaggia, si arriva a Bamboo Island dove pranziamo e abbiamo del tempo libero per fare una bella nuotata in un mare che più azzurro non si può.

CHIANG MAI

Ed eccoci giunti al sesto giorno: è il momento di lasciare il relax e iniziare il mini tour del Nord.
Prima tappa Chiang Mai dove, già in aeroporto, si ha la sensazione di entrare in un paese diverso. La città vecchia è circondata da mura e il fiume divide la città nuova dalla parte antica. Si capisce subito che qui c’è la Thailandia tradizionalecirca 300 templi sparsi su tutto il territorio che possono essere osservati dall’alto del tempio più famoso, il Wat Pratat Doi Suthep, dalla cui cima si può godere di un panorama mozzafiato sulla zona collinare di Chiang Mai.
In ogni tempio che si visita si respira un’aria di pace e serenità, nonostante i tanti turisti che si mescolano con i monaci che vivono lì.
Chiang Mai è anche una città ricca di tradizioni e di artigianato, infatti non può mancare una visita al night market dove migliaia di bancarelle e negozi espongono le loro merci e street food di ogni tipo.

La giornata è intensa ma vale decisamente la pena vedere ogni singolo angolo di questa città; la vista che si gode dall’hotel, rigorosamente affacciato sul fiume, è davvero magnifica.

CHIANG RAI

La mattina successiva si riparte in minivan alla volta di Chiang Raila destinazione finale è il confine del Triangolo d’oro, ma lo facciamo a tappe visto che di strada ce nè da percorrere!

Prima sosta alla Thaweesin Chiang Rai Hot spring, sorgente di acqua termale (rigorosamente bollente) dove è possibile immergersi per un pediluvio oppure bollire delle uova, molto vicina ad una strada statale super trafficata ma immersa in un giardino zen silenzioso e quindi assolutamente rilassante…incredibile! Dopo la foto di rito davanti al geyser si riparte per raggiungere il Triangolo D’oro, la punta più a nord del Paese dove le frontiere di Birmania, Thailandia e Laos si incontrano.

La vista non era completamente nitida purtroppo, però siamo comunque riusciti a vedere questi 3 paesi che vengono accarezzati dolcemente dalle sponde del fiume.

La tappa successiva è al Museo dell’oppio, il quale, attraverso un breve percorso, ripercorre la storia della popolazioni tribali e delle modalità di coltivazione della famosa pianta di papavero.

Nel pomeriggio finalmente si arriva al famosissimo Wat Rong Khun, meglio noto come Tempio Bianco.

La sensazione che si ha alla sua vista è quella di un dipinto: di un bianco candido, stagliato nel mezzo di un cielo azzurrissimo, la pace aleggia nell’aria nonostante anche qui ci siano tanti turisti. Tutto ricorda la purezza del Buddha, e la spiegazione della guida cattura veramente l’attenzione, illustrandoci i particolari delle scene di vita del Buddha stesso all’interno di ogni sala. Anche qui non manca l’occasione di vedere monaci che passeggiano o che ricevono offerte.

Dopo questa visita in un certo senso mistica, si ritorna un po’ a quella che è la Thailandia autentica e si arriva a un villaggio etnico di tribù Akkala popolazione vive ancora nelle case con tetto di paglia, pavimento di sabbia e arredamento estremamente umile, ma quello che colpisce in tutto questo è l’accoglienza che si riceve all’arrivo, un sorriso caloroso e un benvenuto da parte di queste etnie, prevalentemente composte da donne e bambini pronti a mostrare la loro dimora. Qualcuna indossa abiti tradizionali per soddisfare i turisti, i quali poi ricambiano con l’acquisto di oggettini di artigianato.

Prima di arrivare in hotel l’ultima sosta è al Wat Rong Seus Ten o Tempio Blu: è il più recente e ancora in fase di costruzione, per questo ancora poco conosciuto, ma vale sicuramente la visita poiché l’interno blu con il grande Buddha bianco in mezzo rimane veramente impresso.

Anche questa giornata è stata intensa, ma nonostante tutto una tappa al night market di Chiang Rai non può mancare!
La mattina ci aspetta una colazione con vista sul fiumeanche qui la pace traspira da ogni lato ed un vero peccato dover ripartire per la metropoli: Bangkok.

BANGKOK

Nonostante sia la terza volta per me, ho sempre la sensazione di arrivare in una città nuova, c’è sempre una novità e quindi anche solo per un giorno vale la pena fermarsi.

Nel tardo pomeriggio arriviamo a piedi a Pat Pong, dal momento che il nostro albergo, l’Evergreen Laurel Sathorn, si trova in zona centrale e comodissima. Ci perdiamo tra le bancarelle di oggetti tradizionali, tra gli odori dello street food e tra il rumore del trafficoauto, bus, tuk tuk e tantissimi motorini!

All’alba della mattina successiva si parte per visitare il mercato della ferrovia prima e il mercato galleggiante poi; unescursione imperdibile, a circa 100 km da Bangkok, e con un fascino straordinario.
Il mercato della ferrovia è un luogo unico dove tutti i venditori locali espongono le loro merci di prodotti tipici direttamente su un binario. Al passaggio del treno, velocissimamente, ritirano tutto per fargli strada e poi, via come se niente fosse, rimettono ogni cosa al suo posto, con una tranquillità che davvero lascia stupefatti.
Dopo aver assistito a questa scena singolare e scattato le foto di rito, si cammina tra le bancarelle per acquistare prodotti locali, soprattutto frutta e dolci. 
Eccoci arrivati poi al mercato galleggiante, uno dei più grandi quello di Damnoen Saduak. Qui la guida ci lascia a bordo delle motolance che trasportano tutti i turisti attraverso canali stretti dove, sia a destra che a sinistra, ci sono venditori di artigianato locale che cercano di attirare l’attenzione con la loro mercanzia, è davvero un gioco di colori magnifico! Si fanno anche delle soste sulle piattaforme per permettere anche a chi ha la propria attività sulla “terraferma” di mostrare i propri prodotti.
Alla fine della giornata ti senti un po’ come ipnotizzato dagli innumerevoli suoni e profumi che aleggiano nell’aria. Il pomeriggio è tempo di fare i bagagli perché, ahimè, il giorno di rientrare in Italia è arrivato!
La Thailandia mi rimane comunque sempre nel cuore e sarà assolutamente solo un Sawat di Khrap (arrivederci)!

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