Bali, Indonesia: un mondo dalla indole dolce e dall’anima gentile.
Questo è il racconto di Cristiana, che ha visitato Bali con una bambina piccola.
I viaggi nel Sud Est asiatico sono così: sono una porta verso un mondo autentico, ricco di tradizioni e di cultura piacevolmente diversa dalla nostra. Sono una scoperta continua di realtà complementari, dove cogliere la gioia dell’accoglienza e godersi la tranquillità infusa da una popolazione pacifica e sorridente.
Perdiamoci dentro le parole di Cristiana, nel suo entusiasmo, nella sua serenità, grazie ad una Bali che non vediamo l’ora di visitare di nuovo.
Cura e cortesia per la bimba di Cristiana
Ogni viaggio mi lascia sempre nel cuore infinite sensazioni.
E ce n’è uno in particolare che mi rimanda ad un arcobaleno infinito di colori, suoni, sapori e profumi, il mio soggiorno a Bali.
Si tratta certamente di un luogo magico dove si possono trovare relax, mare, paesaggi naturali mozzafiato e templi pieni di spiritualità.
Viaggiando in famiglia con una bambina piccola, ho avuto poi modo di apprezzare la particolare gentilezza e disponibilità dei balinesi nei confronti dei viaggiatori con bimbi.
Durante le escursioni, la gentile guida di sua iniziativa prendeva in braccio nostra figlia per permettere sia a me che a mio marito di assaporare al meglio la visita e questo succedeva spesso anche quando andavamo nei ristoranti dove c’era sempre qualcuno dello staff pronto a calarsi nel ruolo di “baby sitter” di modo che potevamo goderci il pasto in assoluto relax.
Questa amabile cortesia e gentilezza sono caratteristiche che mi è capitato di sperimentare anche in altri paesi del Sud Est asiatico. Per questo motivo, consiglio vivamente questa parte del mondo a famiglie con bambini anche piccoli.
Il viaggio a Bali, perfetto per famiglia con bambini
A Bali ho soggiornato presso l’ Intercontinental Resort situato lungo la splendida baia di Jimbaran.
È immerso nel verde, in una location meravigliosa con piscine fantastiche, canali con fiori di loto, personale gentilissimo e servizi eccellenti; questo hotel aveva tutto per farci vivere un’esperienza unica e indimenticabile.
La mattina ad accoglierci all’ingresso della sala della colazione c’era sempre il piacevole suono dei musicisti di gamelan, strumenti musicali tipici che includono xilofoni, tamburi e gong.
Un ottimo modo per iniziare la giornata ed immergersi nella cultura locale!
Abbiamo gustato prelibatezze locali come il nasi goreng ed il satay di pollo, sia presso i ristoranti dell’hotel che in alcuni ristorantini sulla spiaggia raggiungibili a pochi passi a piedi.
A volte abbiamo cenato anche a Kuta che offre una vita notturna molto vivace con bar e locali molto frequentati, a noi sembrava davvero una “Rimini balinese”!
Spiritualità a Bali, vista dagli occhi di Cristiana
La spiritualità a Bali si tocca con mano ovunque ci si trovi. È soprannominata infatti l’isola degli Dei proprio per la bellezza e per la delicatezza dei suoi templi detti “pura” dove si sente il meraviglioso odore di frangipani prodotto dall’incenso e dove sugli altari si trovano piccoli cestini con fiori ed offerte.
Un tempio certamente imperdibile è il Tanah Lot.
Prima di raggiungerlo abbiamo fatto una tappa a Sangeh, una foresta abitata da scimmie ritenute sacre che devo dire erano abbastanza dispettose e sempre pronte a “rubare” occhiali o un cappellino agli ignari turisti.
Dopo aver proseguito per il tempio reale sull’acqua di Pura Taman Ayun a Mengwi circondato da splendidi giardini, verso l’ora del tramonto abbiamo infine raggiunto il suggestivo tempio di Tanah Lot che si erge su di uno scoglio in mezzo al mare.
Abbiamo superato diversi negozietti che vendevano souvenir e poi ci si è parato davanti agli occhi un panorama meraviglioso: sembrava lo scenario di un film!
Ubud
Per carpire l’anima spirituale e culturale di Bali, secondo me ci si deve fermare a Ubud, all’interno.
Qui io ho soggiornato presso il Royal Pita Maha, meraviglioso resort immerso nella giungla incontaminata tra palme, cascate e vista sul fiume Ayung dove si potevano vedere turisti impegnati nell’attività di rafting.
Le ville erano arredate con stile e dotate tutte di piscina privata.
Un paradiso con un’atmosfera unica ed un luogo ideale per “staccare la spina”.
Dal resort raggiungevamo in venti minuti con la navetta il centro di Ubud.
Era piacevole girare nei vari negozi e gallerie d’arte dove si potevano trovare oggetti di vario tipo: tele, collane, monili, maschere, ecc.
Bello farsi le foto presso il Palazzo Reale, residenza ufficiale della famiglia reale di Ubud, adiacente ai due templi Puri Saren Agung e Pura Marajan Agung.
Per scappare dalle vie trafficate del centro, abbiamo percorso a piedi il Campuhan Ridge Walk, sentiero situato nei pressi della strada principale Jalan Raya Road. Si tratta di una passeggiata molto panoramica con stupende viste sulle terrazze di riso della zona.
Non ci siamo fatti mancare le scimmiette neanche qui, visitando il Sacred Monkey Forest Sanctuary nel villaggio di Padangtegal. Un luogo sacro immerso nella quiete con pagode, padiglioni, ruscelli e alberi da cui sbucavano gli immancabili animaletti dispettosi.
Un altro luogo mistico e affascinante che non è molto lontano da Ubud è il tempio di Tirta Empul con le sue sorgenti sacre.
I locali credono che queste acque abbiano poteri magici e per questo ci si immergono in cerca di purificazione. A dire il vero anche alcuni turisti si bagnavano, io personalmente non ho avuto il coraggio in quanto l’acqua era piuttosto fredda!
La sera prima di ripartire abbiamo assistito ad uno spettacolo di danza barong, la danza sacra che rappresenta l’eterna lotta tra il Bene e il Male. Molto suggestivo!
Siamo rientrati a casa con un bel bagaglio di emozioni ed un meraviglioso batik acquistato in un laboratorio. Appeso alla parete del nostro soggiorno, è sempre lì a ricordarci il nostro coinvolgente Viaggio!